Storia dell’Archivio

Deposito con i faldoni dell'archivio della famiglia Scotti da Fombio
Deposito con i faldoni dell’archivio della famiglia Scotti da Fombio

L’Archivio di Stato di Piacenza, dipendente dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è l’archivio generale che ai sensi del D.P.R. 1409/1963 e del D. Lgs. n. 42/2004, cioè il  “Codice dei beni culturali e del paesaggio” conserva per versamento obbligatorio gli archivi storici degli uffici statali della provincia di Piacenza e per deposito volontario, custodia temporanea, donazione o acquisto ogni altro archivio o raccolta documentaria di importanza storica.

In precedenza figurava a Piacenza, come a Parma, un Archivio della Camera ducale locale conservato proprio nella cittadella viscontea e dal 1678, un Archivio Pubblico o Notarile. Essi s’accompagnavano e s’intrecciavano con l’Archivio «della comunità» o comunale.

Prima  dell’Unità qualche Archivio di Stato esisteva già nei diversi stati italiani; nei Ducati di Parma, Piacenza e Guastalla fu istituito a Parma nel 1816 al posto dell’Archivio Segreto già Farnesiano.

Gli archivi sono inseriti a pieno titolo nei beni culturali della nazione tutelati nell’art. 9 della Carta costituzionale e nella legislazione successiva. Il Codice dei Beni Culturali del 2004, che recepisce e armonizza le precedenti norme in materia, ribadisce che sono beni archivistici tutti i documenti degli enti pubblici e quelli privati che rivestono notevole interesse storico.

La protezione in sedi adatte consente di svolgere, agevolmente e in condizioni di sicurezza, le attività di pulizia, di ordinamento e di inventariazione del materiale, per giungere all’esito naturale: la libera consultabilità, la pubblicità che permette la conoscenza ed evita la frantumazione del sapere storico-archivistico. È indispensabile infatti garantire a tutti l’accesso alle fonti documentarie, evitandone sia la dispersione, sia l’occultamento e la tentazione a considerarle riserve personali.

Ultimo aggiornamento

18 Marzo 2024, 10:30