Catasto

L’impianto del Cessato Catasto, che per convenienza chiamiamo Catasto Italiano (fondo Catasto della provincia di Piacenza), risale all’epoca napoleonica (1807). I lavori si arrestarono nel 1814, ripresero nel 1816 e nel 1821 i Ducati di Parma, Piacenza e Guastalla – creati l’11 aprile 1814 con il trattato di Fontainebleau – furono distinti in distretti mentre la catastazione dei comuni, fino ad allora tralasciati, venne appaltata a ingegneri milanesi e parmigiani.

Nel 1825 furono terminate le mappature su quasi tutto il Piacentino e nel 1838, con il Presidente delle Finanze Vincenzo Mistrali, i lavori sono da considerarsi finiti. La rilevazione di questo catasto sopravvisse fino al 1954 quando fu rilevato il nuovo. Tuttavia, il Catasto Italiano inizia in pratica dal 1875 quando fu delineata la distinzione fondamentale fra terreni e fabbricati.

Le oltre 1500 mappe catastali, in scala 1:2500 (o 1:1250), di cui nel 2006 è stata realizzata la digitalizzazione, sono al loro interno suddivise per lettere, mentre il nuovo Catasto utilizza le cifre. Per ogni comune si parte dai quadri di unione sui quali si individua il toponimo o l’area d’interesse. Da qui si passa alla corrispondente mappa sulla quale si identificano le particelle. Si passa poi ai registri catastali, i principali dei quali, secondo il sistema francese, sono il Prontuario dei numeri di mappa (Sommarione) e la Matricola catastale (Partitario dei possessori). Sul Prontuario corrispondente alla sezione topografica interessata si risale al numero di particella e al nome del proprietario al momento dell’impianto. Con questo nome si passa quindi al Partitario possessori ordinato per cantoni e si seguono i successivi passaggi.


Nome immagineComune anticoComune attualeTipo di mappaSezioneLocalitàNome del toponimoID 
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