Entra in vigore la Costituzione: 1948

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L’iniziativa è dedicata alla Costituzione ed è giusto inquadrarla nel suo contesto organizzativo, quello del Comitato per le celebrazioni del Sessantesimo presieduto dal Prefetto di Piacenza che l’ha promosso. Non solo, essa rappresenta un po’ il suggello a tutta una serie di iniziative: dal 2006 fino a tutt’oggi a Piacenza si sono svolte rassegne e ricerche che hanno esaminato la genesi della Repubblica e della Costituzione, a partire dalla mostra “I giorni della Repubblica” qui allestita due anni fa e alla quale la presente si riallaccia. Nelle scuole (dal Gioia al Colombini, dal Tramello alla Calvino,dalle medie di Calendasco e Calvino alla Due Giugno), con il coordinamento in particolare del CIDIS e dell’ISREC, sono stati prodotti numerosi lavori sulla Costituzione.

Per quanto riguarda il 2008, si è tenuto nel mese di maggio un meeting molto partecipato, “Giovani e Costituzione” presso l’ITIS Marconi. Poi in questo ottobre uno spettacolo teatrale al Teatro dei Filodrammatici, un altro meeting, “Dialoghi intorno alla Costituzione” presso la Scuola di Polizia e questa mostra. Anche in giro per l’Italia si sono succedute manifestazioni di vario tenore per celebrare e riflettere sul Sessantesimo; il prossimo 28 ottobre ad es. viene inaugurata a Roma, all’Archivio Centrale dello Stato, la mostra documentaria e d’arte “Repubblica e Costituzione”.

Il lavoro che inauguriamo è un’occasione per prendere in esame ed approfondire alcuni aspetti della Carta, delle testimonianze e dei fenomeni ad essa legati: la Costituente, i costituenti piacentini (due socialisti e un democristiano), i precedenti storici, i confronti contemporanei, i caratteri e i principi ispiratori, l’inno, la bandiera, e altro ancora. La Costituzione italiana è tipicamente una carta rigida (tanto che esiste un apposito organo di controllo, la Consulta) perché nata per fondare e durare. Ha le caratteristiche di uno statuto giuridico piuttosto che amministrativo, che disciplina i diritti, ma anche i doveri. Dal terreno della pubblica sicurezza (proprio dello stato autoritario) si transita a quello delle libertà individuali e collettive regolate dall’ordinamento giudiziario.

Dai disastri e dalle crisi epocali si esce spesso con spirito nuovo, in buona concordia e guardando avanti. È quello che avvenne all’indomani del 1945, sulle ceneri della guerra, elaborando un nuovo impianto istituzionale e legislativo che faceva perno sulla Carta fondamentale, la Costituzione repubblicana che fu promulgata il 1° gennaio 1948 dall’allora Capo provvisorio dello Stato De Nicola. Pochi mesi dopo l’agone politico si sarebbe riacceso con le elezioni del 18 aprile (vedi il recente contributo di Repetti “Il 1948 in provincia di Piacenza” su Studi Piacentini), ma lo spirito “costituente”, che permise di stendere attraverso accordi e aggiustamenti i vari articoli, saldò a lungo il nuovo ceto politico, che fosse democristiano, comunista, socialista, repubblicano, liberale, azionista e permise all’Italia di entrare nell’élite delle nazioni capifila. Nel laboratorio la Costituzione è stata intesa come una sintesi viva ed espressiva per una democrazia compiuta, parlamentare e partecipata. E visto che siamo in un archivio, l’abbiamo intesa anche come una fonte storica e giuridica, dando quindi spazio all’analisi e all’esegesi del testo, alle vicende che ne accompagnano l’approvazione, alla comparazione con le norme passate e con quelle successive. Senza eccedere però, cercando di coglierne il senso e l’insegnamento per offrirlo al commento degli studenti, insomma trattandola come una materia stimolante per discutere in modo coinvolgente della società e del ruolo che abbiamo all’interno di essa. Ed essendo un archivio storico, mi permetto di rileggere senza commento il testo dell’art. 9 dedicato alla cultura e alla ricerca: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.”. Proprio per non dimenticare, in un periodo non proprio luminoso per le faccende legate alla cultura in genere, le poche ed efficaci parole contenute nella Costituzione della Repubblica.

Ultimo aggiornamento

28 Febbraio 2024, 17:19