ConferenzArchivio. Lo stato delle carte: contributi

In questa pagina riportiamo gli abstract degli interventi di Gilberto Zacchè, Brunella Argelli e don Angiolino Bulla e l’intervento integrale di Gian Paolo Bulla. (Vai alla pagina di presentazione dell’evento)

Relazione sull’attività più recente svolta nell’ambito del territorio della Provincia di Piacenza

GILBERTO ZACCHÈ

Soprintendenza archivistica per l’Emilia Romagna

  • Archivi ecclesiastici
    • Interventi diretti della Soprintendenza:
    • Riordino e inventariazione degli archivi parrocchiali della ex diocesi di Bobbio.Riordino e inventariazione dell’archivio della parrocchia di Gazzola e di Campremoldo Sopra.
  • Interventi seguiti dalla Soprintendenza:
    • Riordino e inventariazione dell’Archivio Capitolare e dell’Archivio Vescovile della ex Diocesi di Bobbio (intervento realizzato grazie al finanziamento della Fondazione di Piacenza e Vigevano).
  • Autorizzazioni:
    • Opera nazionale familiari sacerdoti “Immacolata di Lourdes”, progetto di riordino.
  • Archivi di Enti locali
    • Comuni
      • Sopralluoghi e approvazione di progetti di riordino e inventariazione
      • Interventi diretti della Soprintendenza:
        • Alseno
        • Castelvetro Piacentino
        • Gossolengo
        • Piacenza
        • Ponte dell’Olio
        • Rivergaro
        • Rottofreno
        • Travo
      • Sopralluoghi:
        • Caorso
        • Monticelli d’Ongina
        • San Giorgio Piacentino
      • Approvazione del manuale di gestione
        • Gossolengo
      • Approvazione del massimario di scarto:
        • Pecorara
      • Autorizzazione al deposito presso l’Archivio di Stato dell’archivio storico comunale di Piacenza (integrazione delle serie già presenti in ASPC).
    • Provincia
      • Approvazione del manuale di gestione.
      • Approvazione dell’aggiornamento del massimario di scarto.
      • Inventario.
    • Archivi di Enti pubblici
      • AUSL
        • Autorizzazione modifiche al massimario di scarto.
      • Ospedali
        • Autorizzazione al deposito presso l’Archivio di Stato dell’archivio dell’Ospedale e Monte di Pietà di Cortemaggiore (secc. XVI-XX). Rivendica di documenti pertinenti all’Ospedale di Monticelli d’Ongina.
    • Opere Pie
      • Autorizzazione alla consultazione dell’archivio della Pia casa per anziani “Maruffi”, per uno studio su Madre Maria Teresa Maruffi.
      • Autorizzazione al deposito presso l’Archivio di Stato dell’archivio storico dell’Opera Pia “Pio ritiro di Santa Chiara”.
    • Scuole
      • Sopralluogo, finalizzato al riordino e al versamento in Archivio di Stato, presso l’archivio dell’Istituto comprensivo di Rivergaro e Gossolengo.
    • Consorzi
      • Autorizzazione al deposito presso l’Archivio di Stato dell’archivio storico del Consorzio agrario di Piacenza.
    • Archivi privati
      • Notifiche:
        • Archivio Appiani d’Aragona, donato all’Archivio di Stato dal conte prof. Agostino Borromeo.
        • Archivio della Famiglia Della Cella.
      • Avvio del procedimento di notifica:
        • Archivio della Famiglia Pallastrelli (depositato presso l’Archivio di Stato).
      • Sopralluoghi:
        • Archivio Carrara Verdi, Villanova sull’Arda, Sant’Agata.
        • Da segnalare un progetto del FAI, delegazione di Piacenza, per la schedatura e il riordino dell’archivio della famiglia Zanardi Landi conservato nel castello di Sarmato (è previsto il sostegno economico della Banca di Piacenza).
        • Sono inoltre in corso contatti con la Famiglia Radini Tedeschi per l’avvio del procedimento di notifica.

Gli interventi della Soprintendenza per i Beni Librari e Documentari Regione Emilia-Romagna

BRUNELLA ARGELLI

La Soprintendenza per i beni librari e documentari dell’IBC (Istituto per i Beni Culturali) è il servizio tecnico-scientifico della regione Emilia-Romagna che in applicazione della L.R. 18/2000 promuove lo sviluppo e il potenziamento di biblioteche e archivi storici degli enti locali attraverso piani annuali di finanziamento e intervento diretto per la conservazione, il censimento, la catalogazione e costituzione di banche dati consultabili in rete del patrimonio librario e documentario. Per quanto riguarda gli archivi storici, un considerevole numero di interventi di ordinamento e inventariazione ha riguardato non solo archivi storici comunali, ma anche archivi ospedalieri e di opere pie, di consorzi di bonifica, archivi privati di imprese, movimenti politici e sindacali, archivi personali, letterari e afferenti a forme espressive e ambiti disciplinari diversi, conservati sia presso i medesimi enti produttori sia in istituti culturali pubblici e privati. Per il monitoraggio delle strutture e dei servizi di archivio storico di ente locale è stata costituita la base dati CAStER (Censimento Archivi storici Emilia-Romagna) condivisa e partecipata con gli stessi enti locali per aggiornare, gestire elaborare e condividere dati anagrafici e di funzionamento delle strutture e dei servizi e dati identificativi del patrimonio documentario. Con l’obiettivo della costruzione di un servizio pubblico di accesso integrato a tutte le informazioni, risorse e servizi disponibili sul web relative a beni e istituti bibliotecari, museali e archivistici del territorio regionale, è stato poi avviato un progetto per la creazione, la gestione e la pubblicazione sul web delle risorse informative archivistiche prodotte dalle attività di censimento e inventariazione, e per fornire anche al settore degli archivi storici strumenti e servizi per l’inventariazione informatizzata e la consultazione via web degli inventari archivistici.

Archivi Storici Diocesani (Sede di Piacenza; Sede di Bobbio).

DON ANGIOLINO BULLA

Archivi Storici Diocesani di Piacenza e Bobbio

  1. Archivi vescovili di Piacenza e di Bobbio, Archivio del capitolo cattedrale di Bobbio: interventi (1996-2008) e progetti.
    • La conservazione delle carte della memoria. Acquisizione su supporto informatico del materiale più deteriorabile e di maggior valore culturale-storico; interventi di restauro; produzione degli strumenti di ricerca.
    • Valorizzazione del patrimonio documentario per la cultura storica. Contestualizzazione del mate-riale documentario (biblioteca ausiliaria); promozione della ricerca storica in collaborazione con istituti specializzati di università statali (edizione di studi).
  2. Scritture parrocchiali della diocesi di Piacenza-Bobbio.
    • I registri parrocchiali (dei battesimi, dei cresimati, dei matrimoni, dei morti, dello stato d’anime) fonte privilegiata per lo studio storico-demografico delle popolazioni. Schedatura (in collaborazione con la Soprintendenza Archivistica regionale e con l’Archivio di Stato di Piacenza; microfilmatura realizzata dalla Genealogical Society di Salt Lake City (Utah).
    • Gli archivi delle parrocchie prive di sacerdote o di addetti. La concentrazione degli archivi parrocchiali non sufficientemente tutelati nelle sedi archivistiche centrali mira a salvaguardare la conservazione del materiale documentario al fine di fruirlo e difenderlo.

Alle prese con progetti quantitativamente cospicui

GIAN PAOLO BULLA

Archivio di Stato di Piacenza

Il quadro delle attività svolte dall’Archivio di Stato di Piacenza è ampio, ma qui voglio riferirmi soprattutto ai lavori che mirano ad accrescere o riordinare il patrimonio archivistico, che non è l’unico patrimonio di un istituto culturale essendoci anche quello costituito dagli utenti, dagli studiosi, dai contatti.

È bene premettere che i progetti qui menzionati -e mi scuso se qualcuno ascolterà cose in parte già sentite- sono resi possibili da una ben circostanziata realtà: la sede sussidiaria di S. Agostino. Sullo Stradone Farnese, infatti, sono stati realizzati i depositi aggiuntivi che hanno permesso di superare le difficoltà logistiche più urgenti e di non tralasciare o rimandare alcuni significativi progetti. E a proposito del monastero e della nuova sede c’è da dire che il prossimo 2 aprile, nel corso del Salone dell’Arte del Restauro e della Conservazione di Ferrara (2-5 aprile 2008) la Direzione Generale per gli Archivi del Ministero presenterà cinque casi di recupero di edifici storici adibiti ad Archivio di Stato: Cagliari, Torino, Venezia, Palermo e appunto Piacenza.

Il primo di questi è assai complesso poiché riguarda la considerevole mole di materiale, pari a circa 1 chilometro, pertinente gli archivi giudiziari dei secoli XIX e XX, fino agli anni ’60. Essendo distribuito in luoghi diversi (Farnese, S. Agostino, Tribunale) ha comportato uno stanziamento straordinario da parte della Direzione Generale per gli Archivi per mettere insieme e riordinare gli spezzoni che ho elencato nella diapositiva allegata. Il lavoro, affidato a Elena Stendardi e Barbara Spazzapan, comincerà nel giugno prossimo. Perché solo a giugno? Perché prima bisogna allestire in S. Agostino un apposito locale di pre-archivio, munito degli impianti minimi necessari, di scaffali e di tavoli, per operare in modo confortevole. Quindi si vuole agire prima possibile senza attendere il completamento della nuova sede, si vuole partire subito con il piede giusto tanto che il responsabile del cantiere ha accettato l’idea di realizzare in questi mesi il pre-archivio richiesto.

Entrando nel merito, l’intervento sugli archivi giudiziari porterà a distinguere le magistrature dei vari periodi: quello francese, della Restaurazione e dello Stato italiano. Si riconoscerà meglio la documentazione dei Tribunali maggiori, sia civile sia penale (o correzionale), quello delle Preture e degli altri organi rappresentativi (Corte d’Assise, Giudice fallimentare, Giudice del lavoro, Giudice istruttore, ecc.). Infine, si metterà ordine tra i registri e i fascicoli e si individueranno, cosa molto importante, i repertori utili, cioè gli indici delle parti e gli elenchi.

C’è un altro intervento, per il momento solo abbozzato in accordo con l’Ente produttore, il Comune di Piacenza. Si tratta dell’incremento e della ricongiunzione dell’archivio storico del Comune stesso presso l’Archivio di Stato: sui 103.000 pezzi cartacei posseduti ora dall’Archivio circa 7.000 costituiscono l’archivio del Comune di Piacenza post 1806. E’ stata redatta una bozza di accordo che prevede il deposito delle ulteriori serie archivistiche, indicate nell’allegato e selezionate dagli operatori dell’Ufficio Archivio e Protocollo. In cambio del deposito, che completerebbe il versamento degli atti comunali dal 1806 al 1970 circa, il Comune di Piacenza si impegnerebbe a finanziare la descrizione completa di tutte le serie (o categorie) ancora mancanti di un minimo strumento di ricerca. Purtroppo, nonostante l’interessamento del Direttore Generale e dei funzionari del Comune, finora non sono state reperite le risorse necessarie e preventivate per l’affidamento dei lavori.

Un progetto che ormai ha acquisito l’aspetto di un’autentica realtà in progress è la raccolta degli archivi delle scuole statali della provincia, le quali con il 1° gennaio 2000 si sono trasformate in enti pubblici relegando il materiale chiuso prima di quella data in archivio cessato dell’amministrazione ministeriale. Con il risultato che, pur restando attuabile il versamento degli atti d’interesse non più utili ai fini interni, il loro controllo è passato dagli Archivi di Stato alle Soprintendenze Archivistiche. Proprio nell’imminenza dell’autonomia, l’Archivio promosse nel 1998 il censimento degli archivi delle scuole piacentine, pubblicandolo poi alla pagina web dedicata agli Archivi scolastici Sono stati acquisiti da allora alcuni complessi documentari, tra cui quello dell’ex Provveditorato, e sono in corso accordi per il versamento di altre entità. Bisogna sottolineare, però, le difficoltà incontrate, a causa delle condizioni in cui versano alcuni archivi, in disordine oppure collocati in locali inidonei. Tuttavia, i risultati sono più che apprezzabili e la concentrazione di tale documentazione rappresenta fin d’ora uno dei traguardi più significativi per l’attività dell’Archivio di Stato di Piacenza tanto da ideare per le scuole un percorso storico – didattico chiamato Storie di scuola.

Infine, voglio anticipare un progetto più “raffinato” forse, sulla falsariga della bella ricerca di Leandra Scappaticci sfociata nel volume “Codici e liturgia a Bobbio” presentato di recente alla Banca di Piacenza. In alcuni complessi documentari dell’Archivio di Stato sono presenti numerosi frammenti pergamenacei ritagliati da antichi codici librari per essere riutilizzati nelle legature o nel contenimento dei mazzi e delle filze. Si tratta di centinaia di frammenti di testi liturgici, giuridici o scolastici (membra disiecta) che si debbono censire, schedare e riprodurre per ricomporre virtualmente un prezioso patrimonio librario proveniente dalle biblioteche ecclesiastiche piacentine.

Ultimo aggiornamento

28 Febbraio 2024, 18:06