L’archivio Pallastrelli di Celleri: presentazione
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Introduzione di Gian Paolo Bulla
Ringrazio tutti i presenti, gli assessori alla Cultura del Comune di Piacenza Paolo Dosi e della Provincia Mario Magnelli, il proprietario dell’archivio Filippo Tibertelli di Pisis, il personale dell’Archivio di Stato e Rossella Fochi autrice dell’intervento qui esposto; non posso dimenticare la Fondazione di Piacenza e Vigevano grazie al cui contributo siamo oggi qui a presentare l’archivio Pallastrelli di Celleri.
Si sottolinea che altri lavori sugli archivi familiari sono in corso con il sostegno della Fondazione stessa: si tratta del riordino degli archivi Della Cella e Scotti da Vigoleno rispettivamente affidati a Barbara Spazzapan il primo, a Valentina Inzani e Elena Nironi il secondo. Il fondo Della Cella è stato depositato dalla famiglia Bensi di Cadeo e comprende, tra l’altro, scritti e appunti di Giuseppe Della Cella, cultore di studi storici e collaboratore del Bollettino Storico Piacentino (Piacenza, 1852-1928). Il lavoro sugli Scotti ha abbracciato prima tutte le carte dei rami di Fombio e di Sarmato, ora anche quelle del ramo di Vigoleno; alla fine permetterà finalmente di dar conto di un patrimonio unico, il maggiore complesso documentario privato tra quelli conservati presso l’Archivio di Stato, pari a 2.600 pezzi per quasi 120 metri lineari. La presentazione si inserisce nel solco consolidato di Storie di casa. Negli archivi storici delle famiglie piacentine, locuzione fortunata che muove i primi passi nel 2002 quando effettuammo un censimento degli archivi storici familiari e un convegno nel mese di dicembre. Nell’ambito di questo progetto abbiamo potuto mettere mano e valorizzare numerosi archivi privati conservati presso l’Archivio di Stato. Il titolo è risultato così azzeccato che l’abbiamo in parte riutilizzato per promuovere un nuovo progetto biennale, questa volta sugli archivi scolastici: Storie di scuola. Dagli archivi delle scuole piacentine.
Prima di passare la parola a Rossella Fochi, dirò brevemente qualcosa relativamente al lavoro e all’importanza di questo fondo archivistico.
L’acquisizione e il riordinamento dell’archivio Pallastrelli
La prima segnalazione dell’archivio Pallastrelli avvenne durante il convegno Storie di Casa. Negli archivi Storici delle famiglie piacentine svoltosi a Piacenza il 12 aprile 2002, relatori Carlo Emanuele Manfredi e Gustavo di Gropello. L’archivio era conservato nel palazzo di Celleri, nei pressi di Carpaneto Piacentino, e consisteva in 61 cassette contenenti materiale vario; le carte erano in buono stato di conservazione ma mancavano sia di un ordinamento organico sia di uno strumento di ricerca adeguato.
Il proprietario Filippo Tibertelli de Pisis, discendente per parte materna della famiglia Pallastrelli, probabilmente ben impressionato dalle iniziative che sugli archivi gentilizi si conducevano, ha depositato l’archivio di nell’Archivio di Stato di Piacenza alla fine del 2005. Grazie al contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano è stato affidato alle cure di Rossella Fochi la quale ne ha effettuato il riordino e l’inventariazione. Si sono enucleate due parti fondamentali: il Diplomatico e il Carteggio. La prima è costituita da novantadue pergamene che vanno dal XII al XVIII secolo, il Carteggio contiene atti relativi all’amministrazione, alle cause, nonché epistole, scritti storici e letterari, pubblicazioni, ecc. Tra i documenti più significativi che vengono in questa occasione illustrati si contano due manoscritti, del XVII e XVIII secolo, sulla vita di San Gottardo Pallastrelli, nel 1322 compagno di San Rocco; un corpus di lettere di Gian Paolo Maggi inerenti l’opera del pittore neoclassico Gaspare Landi; un breve carteggio tra gli storici Bernardo Pallastrelli e Alessandro Wolf.
La famiglia Pallastrelli
I Pallastrelli sono uno dei gruppi familiari più antichi di Piacenza, le cui origini si possono far risalire all’XI secolo; nel 1093 infatti due suoi esponenti, Omodeo e Giovanni, finanziarono l’erezione del monastero di San Marco a Piacenza, a cui successivamente un altro membro della famiglia, Azzone, donò alcuni beni. Nei secoli successivi occuparono numerose cariche politiche e amministrative a Piacenza o in altre città.
Senza dilungarci sulle vicende genealogiche della famiglia, si segnala che un ramo si trasferì verso la fine del XIV secolo in Portogallo, dove il cognome venne mutato in Perestrello; questo ramo è famoso per aver dato i natali a Filippa, che diventerà la moglie di Cristoforo Colombo. I Pallastrelli furono infeudati di Sariano e successivamente di Celleri; i Farnese nel XVII secolo crearono Bartolomeo conte di Celleri e della Sbarrata. Nel XIX secolo si distinse Bernardo, noto storico, collezionista e bibliografo (vedi l’importantissimo lascito lascito Pallastrelli alla Biblioteca Passerini Landi). Dai suoi figli Ludovico e Alfonso discendono due linee che possono essere definite di Sariano e di Celleri dai rispettivi possessi; quella di Celleri ha come discendente il proprietario dell’archivio stesso.
Ultimo aggiornamento
28 Febbraio 2024, 18:05